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martedì 22 marzo 2011

Overdose da videogame

Tutti conoscono la solita droga:cannabis, coca, eroina ecc…  Ma c’è anche un'altra verità: quella della droga virtuale indotta, soprattutto in adolescenti con problemi relazionali, dall’uso continuo di videogame che creano dipendenza;  questi ragazzi preferiscono giocare e parlare virtualmente al computer piuttosto che vivere insieme ai coetanei, a lungo andare anche il linguaggio dei ragazzi si modifica inglobando parole presenti nei videogame come si sente spesso dire “killare” (=uccidere).
Molti di questi ragazzi sono andati incontro alla cosi detta “overdose da videogame” che comporta gravi danni al cervello, per esempio alcuni dei sintomi da cui i genitori possono riconoscere che il proprio figlio gioca “un po’ troppo” ai videogame sono: nervosismo, agitazione, sbalzi comportamentali e come prima ho detto cambiamento del linguaggio.

In molte sale giochi in passato compariva un avviso <Winners don’t use drugs> (=vincitori non usate droghe).
Era l’inizio degli anni ’90 quando questo slogan campeggiava davanti agli occhi degli adolescenti.
Altri tempi, altri videogame: il fantasy la faceva da padrone, magari con qualche battagli cruenta.
Oggi il tempo, l’evoluzione tecnologica e lo sviluppo dei media hanno portato a riempire ogni passatempo di troppo realismo.
Il margine tra fiction e realtà è talmente labile da disorientare i più deboli come gli adolescenti che spesso le interpretano male e lo adottano come stile di vita e comportamentale.
Il videogioco oggi è estremo,crudo con l’introduzione delle nuove tecnologie come il “3D” o l’alta definizione, la differenza tra fantasia e realtà è mischiata in un mix esplosivo per una mente più vulnerabile come quella di un adolescente.

Lo sanno bene anche i preoccupati genitori, i negozianti ed i distributori, invitati tramite il bollino Pegi
(Pan-European- Game –Information) a indirizzare i giochi più violenti verso gli adulti.
Tuttavia questo spesso non succede perché in quasi tutti i negozi in cui si comprano videogiochi, che il gioco abbia un divieto ai minori di 18 anni o di 3 per i negozianti non fa’ differenza, solo alcuni, i più diligenti, si limitano a chiedere l’età, ma il problema non è solo quello perché il gioco lo vendono lo stesso anche i più diligenti venditori basta che al momento dell’acquisto sia presente un adulto. Nella maggioranza dei casi è il bambino che ci gioca, non il genitore, in questo caso la colpa è dei genitori che al momento della acquisto sottovalutano le potenzialità negative ed influenzanti di un videogioco in cui vi sono elementi che riportano alla droga, alla  violenza, alla prostituzione (e fidatevi potrei continuare all’infinito) con un fattore di realismo molto alto su un bambino di 7/8 anni che si intrattiene con giochi vietati ai minorenni.


Non voglio instaurare un clima da “caccia alle streghe”, ma rivolgo un invito a prestare attenzione: il problema della tossicodipendenza video ludica c’è, ma vanno considerati anche altri aspetti: quelli dei videogiochi che prendono spunto da realtà estreme e dunque possono indurre ragazzi “deboli” ad emulazioni pericolose.
Voglio concludere con un invito ai ragazzi che stanno molto al computer, anche non solo per i videogame, a vivere la vita reale “dal vivo” che è molto più bello di rimanere rinchiusi in casa a “chattare”.

Articolo di Omar della classe 3 B

1 commento:

  1. bisogna stare attenti ai videogiochi perche ti possono danneggiare la mente e ti rovina gli occhi e bisogna evitare i giochi violenti come la guerra

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