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martedì 15 maggio 2012

"Esempi da seguire: ce lo ha insegnato Rita Borsellino"



A quasi venti anni dalla loro morte ci è stato chiesto: “Chi sono per voi Paolo Borsellino e Giovanni Falcone?”. Non è facile per noi rispondere a questa domanda. Non è come con Michael Jackson che quando è morto per un anno ci hanno riempito la testa. Quando i due magistrati sono morti , noi non eravamo ancora nati, perciò tutte le nostre conoscenze su di loro si basano su libri ed articoli di giornale che abbiamo letto in questo periodo.
Per noi è difficile capire dove hanno trovato tutto quel coraggio e quella generosità per stare dalla parte delle vittime e farsi un nemico molto più grande di loro, la mafia.
Dopo l’incontro con Rita Borsellino, Paolo e Giovanni sono diventati esempi da seguire e rispettare. Ce li immaginiamo come due uomini semplici, che prendono un caffè prima di andare al lavoro, ma consapevoli del pericolo che corrono anche solo andando a fare la spesa, e che trovano la felicità in piccole cose quotidiane, per noi scontate: una serata al cinema, una cena con gli amici, una nuotata in piscina.
Ci piacerebbe conoscere due uomini così tenaci, capaci di mantenere e difendere i propri ideali, anche in una società superficiale e materialista come la nostra.


Elisa Scovazzi, Matteo Santise, Luciano Camilli e Giulia Gallo della classe 2 H Scuola Media Peyron-Fermi di Torino.
Articolo tratto dal quotidiano La Stampa di Torino del 13 maggio 2012.

Senzatomica


Di recente la nostra classe si è recata in visita alla mostra “Senzatomica”.Abbiamo iniziato la visita con un gioco. Con un lungo filo abbiamo creato una rete. Il gioco è servito a farci capire che noi siamo tutti collegati e per ogni azione c’è una conseguenza; infatti se uno di noi lasciva il filo, lo perdevano anche gli altri. All’ingresso della mostra la guida ci ha mostrato “l’orologio dell’apocalisse”, ideato nel 1947 da due scienziati. Indica quanto tempo resta alla mezzanotte, cioè alla fine del mondo ( quando le bombe atomiche esploderanno); adesso siamo a 5 minuti da mezzanotte, mentre nel 2010 eravamo a soli 6 minuti dall’apocalisse. Siamo sempre più vicini alla guerra atomica.
Secondo molti scienziati, ma non solo, le scoperte sulle bombe nucleari non dovrebbero essere utilizzate militarmente. Quando esplode una bomba nucleare l’energia termica,meccanica e radioattiva che sprigiona è tanto grande  da distruggere tutto in una vastissima area. La bomba nucleare è di per sé un crimine contro l’umanità: il calore che sprigiona scoppiando è tale da trasformare la sostanza organica di cui sono fatti gli uomini ( carbonio,idrogeno,ossigeno e azoto) in gas, facendo letteralmente scomparire gli esseri viventi da vaste aree e causando in aree contigue, altrettanto vaste, un numero altissimo di ustionati e politraumatizzati che giungono a morte con atroci sofferenze.
Basterebbero 19 miliardi di dollari all’anno per eliminare la fame nel mondo; 12 miliardi di dollari annui potrebbero garantire la scolarizzazione a tutti i bambini della Terra; 23 miliardi di dollari all’anno potrebbero fermare la diffusione dell’AIDS e della malaria.
Molto spesso la rabbia e la violenza nella sfera privata provoca rabbia e guerre nel mondo.
Durante la visita c’è stata una simulazione di una esplosione atomica a circa 70 km e in qualche senso,anche se era una simulazione faceva molta paura e questo ci ha fatto capire che le conseguenze sono illimitate Secondo me le bombe atomiche non dovrebbero mai essere usate, non dovrebbero nemmeno esistere. Mi è piaciuto tantissimo vedere questa mostra perché ti fa capire l’importanza della pace nel mondo.




Post di Karina della classe 3A

Che emozione...


Che emozione conoscere un motociclista professionista!!! Simone Grotzkyj Giorgi è venuto nella nostra scuola a parlarci della sua interessantissima ed emozionante storia e i sacrifici  che ha dovuto affrontare per arrivare al suo livello. Simone ci ha raccontato che Lui era come uno di noi, un ragazzino che ha frequentato la nostra scuola, le elementari alla Largo Baccelli e le medie all’Olivieri. La sua passione per le moto è iniziata quando, girando con il padre, vide per la prima volta una minimoto.
Lui dopo quel giorno non si staccò più dalla sua minimoto. Simone ha fatto molti sacrifici, per esempio lasciare gli amici per correre con le moto all’estero e rinunciare ad un anno di scuola perché bocciato per le numerose assenze. Lui ha avuto anche un grave infortunio mentre faceva allenamento con una moto da cross.
Nonostante i suoi sacrifici non ha mollato mai ed è arrivato ad essere un Campione.
Secondo me, Simone, parlandoci della sua vita ci ha fatto capire che se hai un sogno o una meta a cui devi arrivare, bisogna essere tenaci e convinti di quello che fai per poter affrontare gli ostacoli che ci si presentano davanti.


Post di Federico della classe 2 A.

mercoledì 9 maggio 2012

Incontro con il Campione Daniel Hackett


Devo dire la verità:non seguo molto il basket,ma se lo faccio è solo perchè sono pesarese!Oggi però,la guardia e capitano della Scavolini Siviglia Pesaro Daniel Hackett,ci ha dimostrato che un campione non è perfetto e soprattutto che lo sport non è la cosa più importante. I modelli di vita si devono avere,ma l'importante è non abbandonare i precetti fondamentali per seguirli. Lui ci ha dimostrato tutto quello che ci ha detto il prof.Renili durante i tre anni,ma soprattutto nel terzo:la vita infatti,è fatta di scelte e di sacrifici e questi all'età di 14 anni non si possono affrontare da soli.
Lui ha scelto di andare a giocare in America,ha dovuto lasciare tutti i suoi amici,ma la sua famiglia lo ha sempre sostenuto -è stata sempre molto presente- ha ribadito lui stesso.
Io penso che non ci dobbiamo identificare con il Daniel Hackett giocatore della Scavolini,ma con il Daniel Hackett alunno di terza media che pur essendo un ottimo giocatore di basket,ne combinava anche lui di casini!!La devozione alla chiesa e alla famiglia però gli hanno trasmesso i valori giusti per raggiungere i suoi obiettivi.
“....i sogni non si devono mai mettere da parte,bisogna tenerli vivi e cercare di realizzarli....”.


Il Campione Daniel Hackett beato tra gli studenti della 3 A.

Post di Filippo della classe 3 A

domenica 6 maggio 2012

IL Presidente della Repubblica nella mia città!


Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, è arrivato a Pesaro, la mia città, per partecipare ad una cerimonia pubblica in occasione del 25 aprile.
Non posso certo mancare all’incontro che avrà con i cittadini in Piazza del Popolo e la mia scuola mi ha dato questa opportunità. Quando la professoressa Angelotti mi ha proposto di assistere al discorso del nostro Presidente, io ho accettato con entusiasmo.
Alle 10,45 l’appuntamento con i miei compagni, le professoresse Angelotti, Tresi e il professor Nocelli,in piazzale Matteotti per poi recarci al punto a noi destinato nella piazza.
Sono già emozionato mentre camminiamo tutti insieme. Siamo al nostro posto e aspettiamo….Poi finalmente è il momento!
L’Inno d’Italia, gli onori militari, gli applausi accolgono il Presidente! Poi le sue parole:
“Dinanzi alla crisi che ha investito l’Italia e l’Europa abbiamo bisogno di attingere alla lezione di unità nazionale che ci viene dalla Resistenza, e abbiamo bisogno della politica come impegno inderogabile che nella Resistenza venne da tanti riscoperto per essere poi quotidianamente praticato. Ci si fermi a ricordare e a riflettere, prima di scagliarsi contro la politica”.
Un applauso ha accolto questo discorso. E ancora:
“Abbiamo bisogno di attingere alla lezione di Unità Nazionale che ci viene dalla Resistenza e abbiamo bisogno della politica come impegno inderogabile. Occorre impegnarsi perché dove si è creato del marcio venga estirpato, perché i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo”. Così ha detto il Presidente tra gli applausi della folla.
E’ stato un incontro molto interessante, come gli argomenti trattati anche se vari passaggi del discorso sono stati difficili, perché legati a conoscenze storiche e politiche che non ho ancora. In particolare mi hanno colpito le parole del ragazzo di Parma morto a diciannove anni per la libertà del nostro Paese, ricordate dal Presidente:”…la gente qualunque deve impegnarsi nella politica e combattere per quello in cui crede!”.
Resistere sotto il sole, fermo, prima ad aspettare che il Presidente arrivasse, poi ad ascoltare i vari discorsi delle personalità politiche che hanno parlato prima di Lui, non è stato facile, ma alla fine sono stato ricompensato: l’ho visto dal vivo, addirittura mi ha stretto la mano e mi ha concesso un suo autografo. E’ stato per me un vero onore!
Per tutta la giornata ho raccontato l’esperienza ai miei genitori, ai miei nonni e ai miei amici.

Viva il 25 aprile! Viva l’Italia! Viva il nostro Presidente!

Post di Lorenzo T. della classe 2 A.

Benvenuto Presidente!


Quest’anno l’Italia festeggia il 67esimo anniversario della Liberazione del regime nazi-fascista. Di solito il Presidente della Repubblica ogni 25 aprile, nella capitale, ricorda gli eventi passati raccontando la storia d’Italia e le raccomandazioni per il futuro, per un Paese migliore. Quest’anno, oltre che a Roma, è venuto anche a Pesaro in piazza del Popolo per festeggiare con noi!
La nostra scuola non poteva mancare e 7-8 alunni per classe sono venuti ad assistere da vicino a questa manifestazione.
L’appuntamento era per le ore 10,40 in piazzale Matteotti con i nostri prof ed io insieme ai miei compagni ci siamo incontrati prima per incamminarci insieme, con un piccolo break in pasticceria.
In piazza,nel palco riservato, erano presenti con alcuni Partigiani,le Autorità Civili,Militari e Religiose della Provincia, il Presidente del Consiglio regionale e i Parlamentari di tutti i Partiti.
Ha reso gli onori militari un picchetto interforze formato da Esercito, Marina, Aviazione,Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza.
Il Presidente, finito il discorso, è venuto a stringerci la mano e a fare degli autografi.
Questo incontro, secondo me, è stato importante per tutti, soprattutto per gli studenti che adesso o i prossimi anni studieranno la storia della nostra Nazione.


Post di Simone della classe 2 A