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domenica 23 novembre 2014

I diritti delle donne

Nonostante ci siano leggi che affermano la parità tra uomo e donna,ciò non è sempre vero. Non solo nei Paesi in via di sviluppo dove la donna è considerata una “schiava” e un essere inferiore, ma anche nelle nostra società sviluppata. Infatti ancora oggi ci sono categorie di lavoro riservate solamente agli uomini.
Violenze,molestie,omicidi per gelosia le cui vittime sono donne, ancora indifese da una giustizia inesistente. Personalmente penso che tutto questo sia sbagliato, perché Dio ci ha creati tutti uguali e con gli stessi diritti uomini e donne.
Malgrado la differenza esistente tra i due sessi, questa non deve essere vista e vissuta con paura, ma come arricchimento per entrambi.

Post di Martina della classe 3 A.

Secondo me non è giusto che le donne vengano trattate con inferiorità rispetto agli uomini perché non hanno niente di diverso e devono avere gli stessi diritti.
Fortunatamente ci sono leggi a favore della donna, che però a volte, non vengono rispettate. Spesso mi chiedo se le persone pensano che le donne siano importanti come l’uomo. Purtroppo in molti Paesi in cui c’è poca istruzione la donna non viene considerata. Si sentono tutti i giorni casi di donne uccise dall’ex fidanzato o marito solo perché non lo amava più e se lei non poteva essere sua non sarebbe stata di nessun altro.
Un altro problema è la politica:le donne dei Paesi sottosviluppati no hanno diritto di voto e io penso che non sia giusto perché tutti hanno diritto di esprimere la propria opinione, il proprio pensiero.

Post di Arianna della classe 3 A.

Le donne hanno avuto un cammino per farsi riconoscere i propri diritti cioè la parità tra uomo e donna. In Italia la Costituzione e molte altre leggi affermano la parità, a differenza di quanto avviene in altri Paesi.
Le donne nei Paesi in via di sviluppo soffrono una pesante condizione d’inferiorità. Non sono istruite e sono costrette a sposare uomini più anziani e ricchi; la loro ignoranza provoca gravi problemi sanitari e l’esclusione dalla vita politica.
Da noi le donne hanno quasi una piena parità con l’uomo. Una cosa brutta è che molte donne devono rinunciare al lavoro perché non ci sono asili nido dove poter lasciare il figlio.
Un fatto importante è che l’Organizzazione delle Nazione Unite, nei prossimi anni, assicurerà l’istruzione nei Paesi poveri.


Post di Andrea della classe 3 A.

Macché,le donne sono ancora penalizzate

Nella maggior parte del mondo, nascere femmina significa ancora avere meno possibilità di un maschio. Se in alcuni casi è evidente (in Arabia Saudita le donne non possono guidare), in altri lo è meno- anche se le conseguenze in termini di qualità della vita rimangono pesanti. Per rendere più tracciabile e quindi più facile da “ridurre” la distanza tra uomini e donne dal 2010 l’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite elabora un “Gender inequality index” (Gii), un indice delle diseguaglianze di genere che calcola la “perdita di progresso” causata dalla discriminazione, misurando vari indicatori: salute riproduttiva (in base alla mortalità per parto e al tasso di gravidanza tra le adolescenti), accesso al potere politico,educazione,emancipazione ,lavoro e reddito.
Il quadro che emerge dagli ultimi dati conferma, purtroppo, che le diseguaglianze di genere sono ancora un fardello per la maggior parte dei Paesi. In cima alla classifica c’è la Slovenia, dove il genere di appartenenza influenza di meno le possibilità di vita. All’ultimo posto lo Yemen.
Ovunque nel mondo il potere è soprattutto maschile:in media solo il 21% dei parlamentari sono donne, che possono così contribuire a scrivere le leggi che condizioneranno le loro vite. E se la percentuale a sorpresa aumenta in America Latina e ai Caraibi, scende moltissimo (sotto il 14%) nei Paesi arabi, fino al Qatar,dove le donne sono escluse dalla vita politica. Solo a Cuba e in Ruanda la percentuale di donne in parlamento corrisponde a quella nella società.
L’educazione è l’ambito dove ci sono meno disparità,eppure restano grandi differenze:nei Paesi più sviluppati ha un’istruzione secondaria l’88% degli uomini e l’86% delle donne, ma nel Sudest asiatico tra i primi e le seconde ci sono 15 punti percentuali di differenza. Che in Togo arriva al 30%(il dato peggiore).
Oltre alla politica,reddito e lavoro rimangono gli ambiti in cui le donne sono più penalizzate. A livello globale lavora solo il 51% di loro (contro il 77% degli uomini),mentre negli Stati arabi o islamici la percentuale scende addirittura al 25%.
Ambiti chiave, non a caso:indipendenza economica, potere finanziario e politico sono fondamentali per opporsi allo status quo-o per mantenerlo.


Articolo tratto da Corriere della Sera del 23 novembre 2014 pubblicato a pag.9 del supplemento “La Lettura” firmato da Elena Tebano.