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martedì 22 marzo 2011

Il canto degli italiani

E’ questo il titolo originale del nostro Inno nazionale da tutti noi meglio conosciuto come FRATELLI D’ITALIA , scritto dal ventenne  genovese Goffredo Mameli nel 1847e musicato da un altro ragazzo genovese, Michele Novaro.


Quando lo abbiamo ascoltato per la prima volta in classe, con l’insegnante di lettere, nella sua versione integrale, ci siamo sentiti subito trasportare da quel suo coinvolgente ritmo marziale e ci siamo divertiti a cantarlo. Quale stupore imparare che nella sua versione originale è molto più lungo di quel ritornello che tante volte ci capita di canticchiare e che magari qualche volta stoniamo o storpiamo insieme ai giocatori della nostra nazionale di calcio. Ed è stato scritto e musicato con tanto entusiasmo e commozione da due ragazzi, poco più grandi di noi… sì erano proprio due ragazzi infiammati da tanto nobili sentimenti quelli che sui nostri libri di storia  e di musica sembravano due vecchi incartapecoriti nei loro ritratti risorgimentali.
Ecco il significato delle parole contenute nel nostro Inno:
Fratelli d’Italia, l’Italia si è svegliata, dell’elmo di Scipione l’Africano, condottiero romano che nel 202 a.C., vinse l’esercito cartaginese di Annibale a Zama, si è ornata la testa. Dov’è la vittoria? Questa vittoria deve porgere i capelli per farseli tagliare secondo l’usanza romana perché Dio la creò schiava di Roma e presso gli antichi romani le schiave portavano i capelli corti a differenza delle donne libere.
Stringiamoci a coorte, che è un’unità della legione romana, siamo pronti a morire, l’Italia ci chiama.
Noi siamo stati da secoli calpestati e derisi perché da quando è crollato l’Impero romano d’occidente non siamo più stati uniti in un unico popolo e siamo stati sempre divisi. Ci raccolga adesso un’unica bandiera, il tricolore, ed una speranza di unirci tutti insieme, già l’ora è arrivata.
Stiamo uniti ed amiamoci, solo l’unione e l’amore rivelano ai popoli il volere del Signore. Giuriamo di liberare dallo straniero il suolo dove siamo nati: se stiamo uniti nel nome del Signore chi potrà vincerci? (Nessuno).
Dalle Alpi alla Sicilia dovunque è il ricordo della battaglia di Legnano, dove i comuni lombardi nel 1176 fermarono Federico Barbarossa; ogni seguace del poeta Francesco Ferrucci, eroico difensore della Repubblica di Firenze da Carlo V d’Asburgo nel 1530, ha il coraggio e la mano armata; i bambini d’Italia si chiamano Balilla,soprannome di Giambattista Perasso, ragazzo genovese che guidò nel 1746 la rivolta del popolo contro l’occupazione austriaca; tutte le campane d’Italia hanno suonato per chiamare alla rivolta contro l’invasore, come fecero durante i Vespri siciliani ,rivolta popolare contro gli Angioini nel lunedì di Pasqua del 1282.
Gli italiani sono come delle piante di giunco che riescono a piegare le spade dei mercenari, perché sono mossi dall’amore della Patria: già l’impero d’Austria si è indebolito, ha bevuto il sangue d’Italia e insieme con l’impero russo anche il sangue della Polonia (nel 1846 Cracovia era stata annessa all’Austria), ma il cuore le si bruciò.
Il messaggio di unione e di amore trasmesso dal Canto degli Italiani a 150 anni di distanza è ancora attuale? L’Italia è ancora solo “un ‘espressione geografica” come sosteneva Metternich o è anche nel cuore e nella mente dei suoi cittadini? Ci sono ancora oggi molte rivalità regionali, tante disparità tra il Nord e il Sud del Paese, troppe incomprensioni e pregiudizi, anche la politica e l’economia odierne purtroppo fomentano questa disunione.
Il popolo italiano è come una calamita i cui poli si respingono, il compito di mettere le calamite nel verso giusto, cioè di far aprire il cuore e la mente degli Italiani verso l’unità, spetta proprio ai bambini ed ai ragazzi che sono ancora liberi da tutti i pregiudizi.
Ma i ragazzi di oggi che ne pensano dell’unità? Certo siamo molto lontani da Mameli e da Novaro,la maggior parte di noi è tutta presa dalle mode del momento e da internet, ma possiamo anche dire  grazie al computer se oggi li abbiamo conosciuti un po’ più da vicino con  delle ricerche e degli approfondimenti; abbiamo anche ascoltato e confrontato gli inni dei paesi stranieri da cui provengono alcuni nostri compagni di classe. E’ proprio da internet che abbiamo scaricato la musica ed il testo del nostro inno e ci siamo entusiasmati proprio come i giovani Mameli e Novaro. E’ molto importante riscoprire e ricordare la nostra storia e  la nostra cultura, che sono antichissime ed uniche al mondo, sono proprio queste le fondamenta della nostra nazione. Solo così ci sentiremo davvero uniti, perché abbiamo un lunga storia ed una splendida cultura che ci accomuna.

Articolo scritto da Lucia,Federico e Omar della classe 3 B

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