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sabato 5 marzo 2011

Cento passi per la legalità


Come si fa oggi a trasmettere ai giovani il rispetto delle regole?

Contributo di Don Luigi Ciotti

Educazione alla legalità. Preferisco parlare innanzitutto di educazione alla responsabilità. Per due motivi. Il primo è che la parola legalità oggi è profondamente ambigua. Ci sono troppe leggi che, invece di garantire il bene comune, tutelano i privilegi e gli interessi di singoli o di pochi. Mi chiedo cosa c’entri tutto questo con la legalità. La legalità è un mezzo, non un fine. Il fine deve essere, sempre, la giustizia, anzi la giustizia sociale: non può esserci legalità se prima non c’è uguaglianza, parità dei diritti e dei doveri. La nostra Costituzione è in tal senso la base irrinunciabile per costruire una vera legalità. Il secondo motivo è che l’educazione non può passare solo attraverso il rispetto di norme, per quanto giuste e condivisibili. Un giovane, e ancora prima un bambino, devono essere accompagnati a capire il senso del vivere insieme, e quindi il perché di regole che consentono una convivenza rispettosa dei diritti e della libertà di ciascuno. La relazione e la prossimità sono allora i fondamenti della giustizia: non possiamo davvero capire il linguaggio delle leggi se prima non abbiamo imparato quello dei rapporti umani. Si è liberi insieme, non a prescindere dagli altri. Per questo credo sia importante puntare sulla responsabilità, far capire a un giovane che il modo più alto di realizzarsi è quello di impegnare la propria libertà per un fine più alto dell’io. Fargli capire che “responsabilità” significa vita libera dai calcoli e dalle paure, vita che costruisce la strada dei propri sogni. E che i cambiamenti partono anche dalle piccole cose, dall’impegno quotidiano, dal rifiuto delle scorciatoie e delle semplificazioni, dalla coerenza e dalla fedeltà ai propri ideali. Poi tutto ciò deve sfociare in cose concrete. I giovani che incontro nelle scuole, che vedo arrivare a migliaia nei campi estivi di formazione sui terreni confiscati alle mafie, che si spendono generosamente per dare una mano in contesti segnati dalla fragilità e dal bisogno, devono essere messi in condizione di concretizzare quelle aspirazioni. Non c’è nulla di più frustrante di uno slancio ideale condannato a restare tale per la mancanza di opportunità. La costruzione di risorse –materiali, sociali e culturali- è la prima delle questioni politiche, e bene ha fatto il presidente Napolitano a centrare il suo discorso di fine anno proprio sulla situazione giovanile. Il lavoro, lo studio, la possibilità di guardare con fiducia al futuro sono i presupposti della democrazia, quindi anche di una legalità davvero a tutela di ciascuno di noi.
Luigi Ciotti, sacerdote e giornalista, è uno dei simboli della lotta alla mafia. Nel 1995 ha fondato Libera, organizzazione che coordina oltre 1500 associazioni e gruppi impegnati nella diffusione della cultura della legalità.

Dall’articolo Antimafie/I buoni esempi/Cento passi per la legalità curato da Carlo Giorgi del magazine VENTIQUATTRO n°3 del 25 febbraio 2011 del quotidiano Il SOLE24ORE.

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