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giovedì 20 ottobre 2011

Per gli Italiani Figli sempre Innocenti, il Desolante paragone con gli Inglesi

Come hanno reagito i genitori dei (pochi) black bloc o presunti tali arrestati dopo i saccheggi e le devastazioni di Roma? Da genitori italiani , ovviamente: nostro figlio no- hanno detto praticamente in coro- non si è mai occupato di politica, vi sbagliate, è un bravo ragazzo, lo conosciamo bene, figurarsi un black bloc, non è possibile, siamo completamente all’oscuro, non ha mai lasciato trapelare niente, e, comunque la galera no, non merita la galera, la galera non serve, è soltanto una scuola di delinquenza. In pratica, la medesima sceneggiata che va in onda ogni volta che ragazzi italiani incappano in una punizione o anche solo in una minaccia di punizione, cominciando dai banchi di scuola, come si sa. In caso di brutti voti, in caso di note di condotta, in caso-non sia mai- di bocciature, fanno scudo, i genitori, sempre e comunque ai loro figli, ovviamente innocenti, diligenti, forse incompresi dagli insegnanti, al massimo un po’ immaturi, trascinati su strade sbagliate da qualche cattivo amico. La responsabilità, insomma, è sempre altrove. Più o meno lo stesso accade nelle caserme dei carabinieri, nei commissariati di polizia, davanti ai giudici dei tribunali: mai una volta che dei genitori si trovino d’accordo con chi intende punire le trasgressioni-spesso cariche di conseguenze anche pesanti- dei loro figli. E se una volta succede, i giornali si affrettano a dare la notizia, inattesa, sorprendente, un vero e proprio scoop.
Meglio non fare confronti con quel che è successo qualche settimana fa a Londra, saccheggiata e devastata come Roma da bande di giovani e giovanissimi scatenati. Ci sono, infatti, stati, là in Inghilterra, genitori che, un po’ più informati dei nostri sui segreti passatempi dei figli, li hanno denunciati alla polizia, pur sapendo che le pene detentive erano state, per l’occasione, notevolmente inasprite.
Meglio non fare confronti altrimenti saremmo costretti a riconoscere che ciò che resta dell’antica e preziosa coesione della famiglia italiana spesso somiglia oggi più che altro a reticenza, omertà e complicità.

                                                                  Isabella Bossi Fedrigotti

Dal Corriere della Sera del 20 ottobre 2011.