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martedì 17 gennaio 2012

Acquarraffa 2

Nella nostra classe è venuta un’operatrice della COOP-Adriatica di nome Barbara per parlarci del ciclo che compie l’acqua e dell’uso corretto che dovremmo farne.
Ci ha ricordato che tutti gli elementi dell’idrosfera, cioè il mare, le acque interne superficiali (fiumi, laghi,ruscelli),le acque sotterranee, le acque allo stato solido (neve e ghiaccio) e gassoso (vapore atmosferico), sono connesse tra loro in un movimento chiamato CICLO DELL’ACQUA.
Barbara ci ha spiegato l’enorme consumo e spreco di acqua potabile di noi italiani che apparteniamo ai paesi ricchi del pianeta.
Q questo proposito abbiamo fatto un gioco divisi in quattro squadre:ogni squadra doveva riempire una caraffa da un litro con l’acqua raccolta da una bacinella.
L’acqua della bacinella veniva presa assorbendola con uno straccio, poi strizzata in un bicchierino e passata in vari bicchierini fino a raggiungere la caraffa.
All’improvviso Barbara non ha più versato acqua nella bacinella e ci siamo ritrovati che nessuna squadra aveva riempito la caraffa, tanta acqua per terra, e la bacinella vuota!
Insieme a Barbara abbiamo capito che invece di ragionare insieme per raggiungere lo scopo, abbiamo pensato solo a vincere, così frettolosamente abbiamo sprecato tanta acqua.
Lo stesso errore lo commettiamo ogni volta che sprechiamo acqua senza riflettere: lasciando aperto il rubinetto mentre ci laviamo i denti, o facciamo la doccia, quando non lo chiudiamo bene, eccetera.
Ma se all’improvviso non ci fosse più acqua come è successo con la bacinella?






Commento di Alessia della classe 1° all’attività “Acquarraffa” di Coop-Adriatica.

Acquarraffa

L’acqua potabile è un bene fondamentale per la vita;è anche un bene scarso e assente in molte zone del mondo. Imparare a rispettare e risparmiare l’acqua è un gesto di civiltà e di convenienza economica (l’acqua è un bene che costa caro).Tutti potrebbero ridurre gli sprechi d’acqua comportandosi, quotidianamente, in modo saggio.
Ogni italiano consuma circa 300 litri di acqua al giorno; nei paesi in via di sviluppo è di 20 litri al giorno. Questo ci dovrebbe far riflettere!
Per lavare l’auto si sprecano 800 litri; per fare il bagno in vasca si consumano da 120 a 160 litri; per lavare le mani 1,4 litri; per lavare i denti,lasciando il rubinetto aperto,30 litri;per un carico di lavatrice da 80 a 120 litri e quando usiamo lo sciacquone 16 litri.
L’acqua è rinnovabile ma non esauribile.


Commento di Vladimir della classe 1 A all’attività “Acquarraffa” di Coop-Adriatica.

martedì 10 gennaio 2012

QUEI VIDEO TROPPO ESPLICITI...MA CENSURARE NON SERVE

La decisione del premier inglese David Cameron di convocare rappresentanti di case discografiche e gestori di siti Internet per controllare l’influenza che i video delle star più sexy, come Lady Gaga o Rihanna, possono esercitare sulle ragazzine, coglie un problema reale. Benché si ponga in modo particolarmente acuto in Inghilterra dove l’abbandono familiare, la disaffezione scolastica e le maternità precoci hanno raggiunto percentuali straordinarie, esso riguarda seppure con minore intensità anche il nostro Paese.
L’adolescenza, è ormai risaputo, non è più quella di una volta. I modelli familiari appaiono deboli e spesso ininfluenti di fronte alla suggestione di quelli massmediatici. La pubertà, sempre più anticipata, provoca un divario tra la maturità del corpo e della psiche, difficile da gestire. La costruzione della propria identità si pone con un’urgenza che il pensiero, ancora infantile, non riesce a padroneggiare. In mancanza di dialogo con gli adulti di riferimento, la suggestione di immagini ad alto indice di erotismo induce allora le adolescenti ad assumere atteggiamenti di imitazione mimetica, confermati da un diffuso e accessibile mercato di cosmetici, abiti ed accessori.
Apparire come le divinità dello spettacolo le illude di evitare i compiti evolutivi propri dell’età: non è necessario definire chi si è e che cosa si desidera quando il sonno prevale sulla veglia e il mondo virtuale sostituisce quello reale. Poiché l’ideale è, per definizione, irraggiungibile, altrimenti non sarebbe tale, le conseguenze saranno inevitabili. Siamo tutti d’accordo che, anche in questo caso, prevenire sia molto meglio che correggere, ma che fare?
Indurre le case discografiche a controllare i loro messaggi non mi sembra una soluzione praticabile. La Rete è così aperta alla fruizione che sarebbe come mettere l’acqua in gabbia. Meglio sarebbe rendere la vita vera più coinvolgente di quella simulata, offrire all’età evolutiva mete possibili e desiderabili, luoghi d’incontro, opportunità di divenire protagonisti e non solo spettatori della propria storia.

Silvia Vegetti Finzi

Dal Corriere della Sera del 2 gennaio 2012. 

martedì 27 dicembre 2011

Se il figlio è un bullo...

IL FIGLIO E’ UN BULLO, PAGANO I GENITORI. L’EDUCAZIONE E’ UN AFFARE DI FAMIGLIA.

I genitori devono pagare i danni causati dai figli minorenni, perché hanno il potere-dovere di esercitare vigilanza sul loro comportamento e di svolgere adeguata attività formativa, impartendo l’educazione al rispetto delle regole del vivere civile. E’ la sentenza-la 26200-con cui la Cassazione condanna i genitori di un ragazzo colpevole di una testata in bocca all’avversario in partita, a gioco fermo. Ben venga la sentenza, che richiama i genitori al loro ruolo, in barba ai dettami dell’ultimo cinquantennio che li volevano amici e complici e che ne hanno spesso fatto perenni adolescenti. La paura fa novanta, può darsi faccia anche genitori consapevoli.
A un esame imparziale, una percentuale di danno andrebbe ascritta agli altri responsabili-addetti e non- dell’educazione. A quelle scuole che lasciano impuniti i bulli, ai video che esaltano botte e peggio, a certa cronaca e social network che fanno altrettanto. Ai video giochi, compreso quello che dopo i mondiali di Francia del 2006 esortava:”Usa il mouse per dare una testata a Materazzi cercando di fare una marea di punti e provare l’emozione di essere espulso”.
Più problematico il metodo per evitare la condanna: i genitori “dovranno dimostrare di aver impartito al figlio una buona educazione ed aver esercitato una vigilanza adeguata, in conformità alle condizioni sociali e familiari, all’età, al carattere e all’indole del minore”.
Come lo dimostreranno? Chiedendo ai vicini, che di solito dopo un omicidio dicono “era così tranquillo”? E come misurare la percentuale di maleducazione dovute all’indole e al carattere, con guerre di certificati di parte? E se i genitori non conoscessero loro stessi le regole del vivere civile? Ci vorrebbe un esame per questo, fatto da chi? E per i genitori bocciati, pagheranno i nonni? O si terranno corsi di recupero collettivi intergenerazionali? Insomma, questa sentenza è altamente stimolante e opportuna, se darà inizio a un processo di coscienza e di formazione: a più mani.

Federica Mormando
Dal Corriere della Sera del 11 dicembre 2011.

giovedì 15 dicembre 2011

Le riflessioni di Nicol

Ho assistito all’incontro con gli agenti della Polizia di Stato Luciana e Michele. Nella relazione svolta per gli insegnanti ho scritto questi commenti sugli argomenti trattati.
BULLISMO-Secondo me, il bullismo si deve “combattere”, ma io conosco persone che sono soggette a questa violenza e non lo dicono ai genitori e agli insegnanti.
In questo mondo tutti noi siamo uguali; non ci sono persone superiori e altre inferiori. Non è giusto distinguere per razze.
RICETTAZIONE-Prima di accettare cose/oggetti di cui non sappiamo la provenienza, dobbiamo chiederci:quale origine ha questo oggetto? Da dove proviene?
VIOLENZA SESSUALE- Vorrei dare dei consigli alle ragazze come me:
·         Non dovete uscire la sera tardi (soprattutto d’inverno) da sole o accompagnate da sconosciuti;
·         Non accettate MAI dagli sconosciuti appuntamenti o inviti in luoghi chiusi, isolati e dove non ci sono persone.







Post di Nicol della classe 1 A.

giovedì 8 dicembre 2011

Lezione di legalità

Giornata veramente interessante per i ragazzi delle classi 1 A e 1 D della Scuola secondaria “A.Olivieri”!
Abbiamo avuto la fortuna e l’opportunità di incontrare due agenti della Polizia di Stato (Luciana e Michele) che ci hanno parlato in modo chiaro e dettagliato di un problema che interessa la maggior parte degli Istituti scolastici di tutta Italia:il BULLISMO.
Per non confondere il bullismo con gli abituali conflitti tra coetanei , ci sono determinati dettagli da tenere sotto controllo:
·         Il bullo vuole provocare sofferenza nella sua vittima e non prova nessuna compassione per il compagno ferito moralmente o fisicamente.
·         Il dispetto viene ripetuto più volte.
·         Il bullo e la vittima hanno caratteristiche opposte; il primo è un “duro”, l’altro spesso è debole ed introverso.
Solitamente il bullo sceglie la sua vittima fra quei ragazzi o ragazze che hanno poca “autostima” e spesso sono totalmente chiusi ed introversi che non riescono a confidare a nessuno le proprie difficoltà.
Nel mio piccolo mi ritengo fortunata e non nascondo che ero un po’ timorosa all’inizio dell’anno scolastico perché il passaggio dalla scuola elementare a quella media non è semplice, ma grazie all’attenzione dei docenti e di tutto il personale, non mi sembra che la piaga del bullismo sia così grave nel nostro Istituto.
Certo, ci sono ragazzi e ragazze più grandi anagraficamente, che ti squadrano dalla testa ai piedi! Probabilmente si sentono più sicuri comportandosi così o magari, accendendosi una sigaretta credono di farci sentire ancora bambini, ma l’intelligenza non sempre è determinata dall’età e non dare importanza a certi atteggiamenti, secondo il mio modesto parere è il modo migliore per affrontare questi potenziali bulli.
Se mi dovesse capitare qualcosa di brutto, terrò a mente quello che ci hanno insegnato i due poliziotti


Post di Giulia  della classe 1 A.

giovedì 1 dicembre 2011

Incontro con il dott.Roberto Drago

Martedì 9 novembre le classi 3 A e 3 g hanno svolto un incontro con il dott. Roberto Drago,psicoterapeuta, che ci ha spiegato le emozioni del nostro corpo quando assumiamo sostanze stupefacenti.

Abbiamo fatto una serie di giochi :
1)   Gioco delle buste. Due ragazzi, dopo aver aperto le buste, dovevano mimare le emozioni scritte ( romantico ,assonnato,felice, arrabbiato, ecc…) e i loro compagni di classe di cosa si trattava nel minor tempo possibile.
2)   Gioco dell’alfabeto. Consiste nello scegliere due lettere, dire le parole che iniziavano con quella lettera e vedere se andavano bene con le parole inserite nel computer.
3)   Gioco dell’indovina chi è. I compagni di classe, con delle domande, dovevano identificare due ragazzi.
4)   Il gioco dell’anagramma. Consiste nel cambiare le lettere di una parola e formarne un’altra.
5)   Gioco dell’abito. Ogni classe aveva una persona disegnata al computer e doveva scegliere uno stile tra il country, il punk, l’hippie e l’hip-hop. Noi abbiamo scelto il punk e abbiamo rivestito il manichino con gli abiti di questo stile.
6)    Gioco “cieco”. Due ragazzi, bendati , toccando il viso di un loro compagno lo dovevano riconoscere.
7)   Gioco delle dipendenze. Per mezzo di una sere di indicatori dovevamo distinguere varie dipendenze ( droga, alcol ecc.).




Nella seconda parte dell’incontro abbiamo visto tre spot pubblicitari ingannevoli sulla birra.
Le bevande alcoliche vengono presentate come strumenti per stare bene con gli altri. Più alcol consumi, più i tuoi sogni si realizzano!?!


Post di Greta della classe 3 A.