Post più popolari

giovedì 16 giugno 2011

Contro le mafie

Questo post riporta una parte dell’intervista rilasciata da Don Luigi Ciotti alla rivista Press del marzo 2011, edita dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, firmata da Umberto Lombardi.

Nello statuto dell’Associazione “Libera”-fondata nel 1995 da Don Ciotti-si legge che questa ha lo scopo di “promuovere una cultura della legalità, della solidarietà e dell’ambiente…”. Come si promuove, soprattutto nei giovani, una cultura fondante i temi della legalità, della giustizia e della corresponsabilità sociale?
La legalità comincia appunto dalla corresponsabilità, e in questo senso la prima educazione deve essere alla relazione, alla socialità. I bambini, anche a scuola, vanno accompagnati all’incontro con l’altro, va insegnato loro che soltanto in quello scambio possono conoscere se stessi, possono crescere e quindi realizzarsi. Ecco perché educare alla legalità deve diventare un educarci insieme ai rapporti umani, un mettersi in gioco, un incontrarsi. Ogni iniziativa che, in questa prospettiva, punti a suscitare nei giovani l’amore per la democrazia e per la giustizia sociale merita incoraggiamento e sostegno. Ben vengano allora le ore dedicate allo studio della Costituzione, purché la cosiddetta “educazione alla legalità” non si risolva in formalismi, in freddi e distaccati passaggi di nozioni, norme, regole. Presentare la legalità in un’ottica solo formale, come un sistema di divieti e di prescrizioni, significa perdere un’occasione preziosa d’incontro con i giovani.

In questi anni di attività, quali progetti e risultati sono stati raggiunti da “Libera”?
Non mi piace parlare di “risultati”, piuttosto di percorsi da continuare a costruire insieme, di tappe lungo il cammino dell’impegno, della corresponsabilità, del “noi”. Fra le attività più importanti di Libera c’è stato certo il lavoro sui beni confiscati, reso possibile da quella legge 109/96 che è stata la nostra prima scommessa: per sostenerne l’approvazione, 15 anni fa, raccogliemmo oltre un milione di firme in tutta Italia. Le cooperative del circuito Libera Terra, che danno un lavoro vero a tanti giovani e portano sulle tavole degli italiani prodotti dal gusto di legalità e responsabilità, sono oggi forse il simbolo più visibile di quanto è stato possibile realizzare grazie a quella norma. Ma altrettanto importante è per noi il discorso educativo avviato in tante scuole e università, e il rapporto di affetto e collaborazione stretto insieme ai famigliari delle vittime, che oggi sono riuniti in un coordinamento di circa 5 mila persone.







Nessun commento:

Posta un commento