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domenica 19 aprile 2015

Alle ragazze della comunità "Tingolo per tutti"

Riccardo
Nel tragitto di ritorno dalla scuola la mia testa era affollata da pensieri tristi.
Non so il perché di tutto ciò, ma continuavo a pensare a quelle ragazze e più la mia mente ci pensava più capivo quanto sono stato fortunato.
Fortunato nell’avere una famiglia che mi vuole bene, nell’avere amici che vogliono solo il mio meglio… ma questa fortuna non tutte le persone possono averla.
Come per esempio Kautar, il cui nome tradotto dall’arabo significa “FIUME IN PARADISO”.
Riguardo al suo nome, Kautar ha fatto un piccolo commento, che mi ha colpito molto, il commento è il seguente: << Io al posto di essere andata in paradiso, sono andata all’inferno>>.
Questa frase mi ha trasmesso certe sensazioni indescrivibili e mi ha fatto riflettere su come certi fattori siano riusciti a stravolgere completamente la vita di questa ragazza.
Uno di questi fattori negativi è la droga, il fattore maligno, una sostanza maligna.
Una sostanza che, secondo i racconti di Kautar, riusciva a riempire gli spazi che la famiglia e gli amici non riuscivano a colmare.
Questa sostanza, che rendeva felice Kautar, nello stesso tempo la rovinava sempre più fino al punto di dire “BASTA”, basta a tutto ciò!

Desirée
Ormai nella nostra società molti dei ragazzi fanno uso di sostanze semplicemente perché vogliono apparire grandi e popolari, però ciò che fanno li fa apparire stupidi e non responsabili.
Il motivo per cui i ragazzi di oggi si uniscono facilmente alle droghe, sigarette o alcol sta nella mancanza di dialogo con i genitori responsabili e ciò, si dovrebbe prevenire per non lasciar morire centinaia di ragazzi dipendenti da queste sostanze.
Il mio consiglio personale per tutti gli adolescenti è:
-Ascoltate i vostri genitori e non abusate della loro bontà che ci concedono; al posto di trascorrere la giornata fumando o iniettandosi droghe nel corpo, è meglio fare sport e stare in forma, così si può mantenere la lucidità per capire il vero significato della nostra vita.
Questa esperienza secondo me è stata molto toccante, forse la più interessante dell’anno scolastico in generale perché ci ha fatto capire quello che potrebbe succedere a noi giovani, e quali sarebbero le conseguenze; avrei voglia di parlare ancora con loro.

Alessio
WOW … semplicemente wow … non me lo aspettavo … ne sono rimasto sbalordito: non immaginavo fosse così impressionante come la droga possa rovinare la vita  delle persone!
Maria Elena, Ilary e  Kautar sono state molto coraggiose a parlare davanti a tutti dei loro problemi: io non l’avrei avuto! Loro invece ne hanno parlato liberamente. La prima ragazza che ha parlato è stata Maria Elena che è quella che mi ha suscitato più  emozioni : non so cosa fosse, ma sentivo un certo legame con la sua storia un po’ struggente. Questa ragazza ha cominciato a frequentare gente più grande di lei che non era molto raccomandabile e quindi è entrata nel cerchio della droga. Ha capito due cose: che quelli che aveva intorno non erano veri amici perché lo facevano solo per soldi e che gli errori fanno crescere. Oltre alla droga faceva litigi con sua madre . poi è stata trasferita fino a Pesaro, in questo istituto di riabilitazione, dove ha incontrato persone con i suoi stessi problemi e da lì, ha capito la gravità di quello che faceva. Mi è piaciuto come l’ha raccontato e mi ha fatto decidere categoricamente di non drogarmi mai.

Sofia
Partiamo col dire che questo incontro è servito per aprire gli occhi e capire i problemi che ci circondano.
La droga è uno di questi. Spesso durante l’adolescenza i ragazzi sono curiosi e tendono a seguire la massa e sprecarsi, spegnersi , per colpa della droga o del fumo.  Molti di essi lo fanno per provare, altri per divertimento e altri solo per mettersi in mostra, senza sapere che essa crea dipendenza. La droga porta piano piano all’isolamento dalla comunità e si rimane chiusi in se stessi, ma i primi sintomi sono i litigi sempre più frequenti con i genitori, frequentazioni di giri di persone più grandi e sbagliate e solo dopo ti accorgi di aver sbagliato e te ne penti.

Sara
A me farebbe piacere scrivere a tutte tre le ragazze, perché ognuna di esse mi ha colpito. Quello che scriverei ad ognuna di loro è questo: che dovrebbero continuare questo percorso, con dignità, senza parlarne con dispiacere o vergogna, perché è una cosa che fa loro onore, siccome non tutti i ragazzi che hanno questi problemi accettano di entrare in comunità, e non riescono a smettere di farsi del male, mentre loro sono riuscite ad accettarlo, a parlarne e forse anche ad aiutare chi le ha aiutate. Io penso che non sempre il fine giustifica i mezzi, perché farsi del male solamente per dimenticare non può avere scuse. Ovviamente non possiamo giudicare perché loro hanno avuto dei motivi validi per fare quello che hanno fatto, però se ci pensiamo bene, per risolvere i problemi ci sono anche altri metodi, come dialogare oppure andare da una psicologa. Però tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, quindi credo che ormai quello che hanno fatto non si cancella, ma avranno vissuto un’esperienza che le rafforzerà sempre di più.




Post di Riccardo, Desiree, Alessio, Sofia, Sara della classe 3E.

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