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martedì 2 aprile 2013

Anonimato,Maleducazione,Crudeltà,gli Ingredienti del Cyberbullismo


Succede che una ragazzina di 17 anni accompagni –un po’ controvoglia, e lo confessa su Facebook-una sua amica al concerto di Justin Bieber,idolo delle teenager,sabato scorso a Bologna. E succede che,incredibilmente, il cantante inviti a salire sul palco proprio lei. Soddisfatta? Felice? Fortunata? Nemmeno per sogno, perché contro di lei-via Twitter e Facebook-da lunedì si è abbattuto un tornado di migliaia di ingiurie e insulti da parte delle beliebers, le giovanissime fan del cantante, che hanno giustificato intollerabile la salita sul palco,specie di ascensione in paradiso,di una persona indegna di tanto favore in quanto una non beliebers, una oltretutto,che si era permessa di criticare le canzoni del mitico Bieber.
La poveretta ha dovuto chiudere la sua pagina Fecebook e via Twitter ha supplicato le sue persecutrici di lasciarla in pace, ma non sembra sia stata ascoltata, perché la campagna contro di lei continua. E’ la vittima ,la “non Fan” del divo Justin, di una delle tanti varianti del cyber bullismo, già tristemente noto per aver spinto al suicidio più di un ragazzo preso di mira via social network per qualche suo vero o immaginario difetto, per qualche sua debolezza,diversità o bizzarria,magari anche soltanto per il suo aspetto fisico che l’orribile,crudele branco dei suoi persecutori giudica inadeguato.
L’anonimato,si sa,crea mostri. Non a caso gli utenti di blog e forum per un qualsiasi nonnulla sono capaci di scatenarsi in offese e insulti che,se firmassero con il loro vero nome,ben si guarderebbero di lanciare. E magari fuori di rete,nella vita reale,sono uomini e donne timidi ed educati,per nulla litigiosi né violenti. E’ un modo incruento di scaricare – senza arrecare troppo danno – frustrazione e aggressività,è la spiegazione cui si ricorre più di frequente. Allo stesso modo l’anonimato crea mostri tra i ragazzi,a loro volta spesso frustrati e aggressivi. In più ci mettono la crudeltà,tipica della loro età,e l’incoscienza,per cui non sempre sanno quello che fanno:incoscienza e crudeltà che, là dove l’educazione è considerata un optional per tipi noiosi,facilmente prospera e dilaga.


Articolo di Isabella Bossi Fedrigotti, tratto dal Corriere della Sera del 27marzo 2013

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