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sabato 12 gennaio 2013

La generazione della lettura breve


La mia leggeva saggi e romanzi. Quella di oggi diffida della lunghezza e preferisce chattare. Chi sa correre sulle due distanze è un atleta mentale.
Carissimo Peppe, ho diciassette anni e frequento la quarta classe del liceo scientifico. Mi meraviglio sempre nel constatare quanto poco spazio abbia la lettura nella vita della maggior parte dei miei coetanei. Mi meraviglia e mi allarma ancor di più il fatto che mai un professore, al liceo, abbia inserito nella programmazione della mia classe la lettura di un libro. Ora, sono io paranoica o il fatto che i ragazzi non leggano praticamente più è preoccupante? Cosa ne pensa lei? La sua generazione leggeva?

 Maria Esposito


La mia generazione leggeva e, in molti casi, legge. Hai ragione Maria: è una buona abitudine, utile prima nello studio e poi sul lavoro. Estrarre la sostanza da un lungo testo, o il succo emotivo di un romanzo, è un’operazione di sintesi; e la sintesi è la chiave di comprensione del mondo. La tua generazione spesso diffida di questa lettura lunga; mentre è formidabile con la lettura breve (sms,twitter,face book,what’s app,chat eccetera). Molti miei coetanei deridono o minimizzano questa vostra abilità; e sbagliano. Mettiamola così. Voi sapete correre i 100 metri e dovete trovare il fiato per i 10.000; noi teniamo sui 10.000, ma dobbiamo imparare lo scatto per i 100 metri. Chi sa correre sulle due distanze è un atleta mentale, pronto a tutte le prove.

Peppe Severgnini

Dalla rivista SETTE settimanale del Corriere Della Sera del 4 gennaio 2013.

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