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mercoledì 15 febbraio 2012

Adolescenti in Rete. Per 8 genitori su 10 non corrono pericoli.

La strada virtuale fa meno paura di quella reale. Almeno ai genitori italiani. Illusi, analfabeti digitali o solo meno apprensivi rispetto agli altri europei? Otto su dieci lo hanno dichiarato ai ricercatori del progetto Eu Kids Online: “E’ altamente improbabile che mio figlio possa imbattersi in una situazione spiacevole su Internet”.
L’indagine, finanziata dall’Unione europea e coordinata dalla London School of Economics and Political Science, ha fotografato il rapporto con Internet di oltre 25000 ragazzi( e loro genitori ) di 25 Paesi Ue. Abitudini e rischi presentati per il Safer Internet Day: dalla pornografia al bullismo, dal sexting (messaggi a sfondo sessuale) agli incontri con persone conosciute online. Sei ragazzi italiani su dieci, tra i 9 e i 16 anni, navigano tutti i giorni in Internet o quasi. Per fare i compiti (85%), giocare (83%), guardare video (76%) o “parlare” con gli amici (62%) : il 57% ha un profilo su un social network. E navigare è spesso un’esperienza privata: il 62% ( media Ue 49%) lo fa nella propria camera.
Giovanna Mascheroni, referente italiana del progetto Eu Kids Online e ricercatrice dell’Università Cattolica, spiega: “Il 63% dei genitori si autopromuove sostenendo di suggerire ai ragazzi come comportarsi su Internet, parlando di quello che può turbarli (56%) o li ha turbati (26%)”. Il 70% ha fiducia nelle capacità di autodifesa dei propri ragazzi anche se il 39% di loro ignora però ogni consiglio. “Ma quello che più ci allontana dall’Europa è proprio la convinzione che su Internet non possa capitare nulla di male. Non solo: molti genitori sovrastimano i rischi legati alla pornografia e ne ignorano altri come il bullismo online (sconosciuto all’81%), giudicato esperienza molto dolorosa dai due terzi dei ragazzi”.
Il direttore generale di Save the Children Italia, Valerio Neri, pone l’accento sulla scarsa alfabetizzazione dei genitori e sui numeri degli adescamenti online:”Se solo sapessero…Dalla ricerca Edu Kids Online emerge che il 4% dei nostri ragazzi (9% la media Ue) incontra persone conosciute online. I nostri dati Ipsos parlano di un 14%: anche se solo la verità sta nel mezzo, sono tantissimi. I genitori devono parlare di più ma anche il governo deve inserire nell’agenda digitale percorsi di tutela”.
Negli USA sono stati inseriti filtri antiporno nelle scuole e biblioteche. Nel Regno Unito David Cameron ha proposto un filtraggio preventivo, quando si sottoscrive dell’abbonamento ad Internet. “In Italia sistemi di controllo parentale esistono da anni ma non c’è una grande cultura in questo senso, soprattutto per i social network”, afferma Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale.




Tratto dall’articolo di Alessandra Mangiarotti, pubblicato su Corriere della Sera dell’8 febbraio 2012.

1 commento:

  1. Infatti da alcuni anni hanno inventato dei filtri per internet, ovvero dei programmi che all'accesso dell'account del ragazzo si attivano e quando utilizzano il browser bloccano tutte le pagine ritenute inadatte. Quest'ultime sono pre-impostate ma il genitore può aggiungerne altre o toglierne.

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