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domenica 23 novembre 2014

Macché,le donne sono ancora penalizzate

Nella maggior parte del mondo, nascere femmina significa ancora avere meno possibilità di un maschio. Se in alcuni casi è evidente (in Arabia Saudita le donne non possono guidare), in altri lo è meno- anche se le conseguenze in termini di qualità della vita rimangono pesanti. Per rendere più tracciabile e quindi più facile da “ridurre” la distanza tra uomini e donne dal 2010 l’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite elabora un “Gender inequality index” (Gii), un indice delle diseguaglianze di genere che calcola la “perdita di progresso” causata dalla discriminazione, misurando vari indicatori: salute riproduttiva (in base alla mortalità per parto e al tasso di gravidanza tra le adolescenti), accesso al potere politico,educazione,emancipazione ,lavoro e reddito.
Il quadro che emerge dagli ultimi dati conferma, purtroppo, che le diseguaglianze di genere sono ancora un fardello per la maggior parte dei Paesi. In cima alla classifica c’è la Slovenia, dove il genere di appartenenza influenza di meno le possibilità di vita. All’ultimo posto lo Yemen.
Ovunque nel mondo il potere è soprattutto maschile:in media solo il 21% dei parlamentari sono donne, che possono così contribuire a scrivere le leggi che condizioneranno le loro vite. E se la percentuale a sorpresa aumenta in America Latina e ai Caraibi, scende moltissimo (sotto il 14%) nei Paesi arabi, fino al Qatar,dove le donne sono escluse dalla vita politica. Solo a Cuba e in Ruanda la percentuale di donne in parlamento corrisponde a quella nella società.
L’educazione è l’ambito dove ci sono meno disparità,eppure restano grandi differenze:nei Paesi più sviluppati ha un’istruzione secondaria l’88% degli uomini e l’86% delle donne, ma nel Sudest asiatico tra i primi e le seconde ci sono 15 punti percentuali di differenza. Che in Togo arriva al 30%(il dato peggiore).
Oltre alla politica,reddito e lavoro rimangono gli ambiti in cui le donne sono più penalizzate. A livello globale lavora solo il 51% di loro (contro il 77% degli uomini),mentre negli Stati arabi o islamici la percentuale scende addirittura al 25%.
Ambiti chiave, non a caso:indipendenza economica, potere finanziario e politico sono fondamentali per opporsi allo status quo-o per mantenerlo.


Articolo tratto da Corriere della Sera del 23 novembre 2014 pubblicato a pag.9 del supplemento “La Lettura” firmato da Elena Tebano. 

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