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venerdì 25 marzo 2016

L'ex baby scommettitore:" Ero schiavo delle slot. Ho svuotato due libretti e venduto l'oro di papà"

La storia di un ragazzo milanese: “Così per sette anni sono stato malato di azzardo”
“Ho cominciato a giocare d’azzardo a 14 anni. Facevamo la schedina nell’intervallo a scuola. All’inizio era un passatempo”. E alla fine? “Alla fine avevo svuotato due libretti di risparmi, mio e quello della mamma”. Migliaia di euro bruciati in poker e slot machine. “Mi sono fatto anche dei debiti. Quando i soldi sono finiti, ho venduto l’oro che c’era in casa per continuare a puntare”. Nicola (nome di fantasia) fa il barista a Milano Oggi ha 21 anni. “Per sei sono stato malato. Malato di gioco”.
Che cosa ricorda delle prime volte?
“Ero all’ultimo anno di scuole medie. Il sabato pomeriggio andavo con i compagni alla Snai a puntare su serie B e Premier League. Mi giocavo tutta la paghetta”.
Il gioco d’azzardo è proibito ai minori. Come si aggirano i divieti?
“Entri, punti e nessuno ti dice nulla. Nelle sale scommesse non c’è alcun controllo. Quella dove andavo io era dietro la scuola”.
Le è mai stata rifiutata una giocata perché era minorenne?
“Mai”.
Quando è passato alle slot?
“E’ successo per caso. Un giorno ho infilato 5 euro in una macchinetta e ne ho vinti 850. Quella è stata la mia rovina?”.
Perché?
“Non mi sono più fermato. Se un giorno vincevo, il seguente mi rigiocavo tutto. Ero ossessionato dal pensiero di recuperare i soldi persi”.
Ma il banco vinceva sempre.
“C’erano momenti in cui pensavo:”Sono un idiota”. Ma dopo un paio d’ore stavo di nuovo puntando. Una volta ho perso 900 euro in un giorno”.
Poi ha toccato il fondo.
“ E’ successo quando ho preso dalla cassaforte la fede di mio padre e l’ho venduta per 100 euro. Quei soldi mi sono durati meno di dieci minuti alla macchinetta”.
La famiglia e gli amici erano a conoscenza del suo problema?
“No, mi vergognavo. Andavo a puntare da solo. Ne parlai con un amico anche lui scommettitore. Per aiutarmi mi regalò un salvadanaio, ma non l’ho mai riempito. Un giorno la mamma  me lo tirò dietro perché aveva scoperto tutto”.
Da quanto tempo non scommette più?
“Da quattro mesi. Neanche una schedina. E’ dura ma resisto. La famiglia e lo psicologo mi aiutano. Ma non posso ancora dire di essere guarito”
Che cosa direbbe al premier Matteo Renzi?
“Di farsi un giro in una sala slot tra ragazzini malati e anziani che si giocano la pensione in un pomeriggio. Uno Stato serio dovrebbe vietare queste cose. Ormai ad angolo di Milano c’è una sala slot. Io cambio strada per non passarci davanti”.
Cosa vuole fare da grande?
“Avrò un bar tutto mio. Sarà senza slot”.





Articolo di Gabriele Martini pubblicato dal quotidiano La Stampa il 24 marzo 2016

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