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martedì 10 marzo 2015

La prevenzione del gioco d’azzardo deve cominciare con la matematica a scuola

Accanto agli interventi terapeutici, la carta vincente sul fronte del gioco d’azzardo potrebbe essere la prevenzione. Secondo Maurizio Fea di FedereSerD, occorre muoversi su tre versanti contemporaneamente: eccessiva offerta di gioco; informazione selettiva per i giocatori e formazione nelle scuole. “Studi condotti in Canada e Australia – spiega Fea – provano che oltre una certa soglia di offerta le patologie crescono in funzione del numero di macchinette. In Italia, l’offerta deve essere calmierata, non può continuare ad avere l’espansione che ha avuto in questi ultimi 10 anni”. E purtroppo, come ribadisce Maurizio Fiasco, sociologo della Consulta Nazionale Antiusura, il decreto legislativo sull'azzardo in arrivo al Consiglio dei Ministri non sembra andare in questa direzione: “La previsione di sostituire le slot machine degli esercizi pubblici con i terminali Vlt farà aumentare la frequenza di gioco, con un tasso di additività superiore”.
Il secondo fronte su cui agire è l’informazione nei confronti dei giocatori, che deve essere mirata e non generica. Un esempio? “I cartelli e messaggi sulla probabilità di vincita e sui rischi del gioco da esporre nelle sale giochi, introdotti dal decreto Balduzzi – dice Fea – hanno fatto triplicare la domanda di aiuto sul nostro sito “giocaresponsabile.it” tra gennaio e marzo del 2013”.
Il terzo livello è l’informazione nelle scuole. “Ai giovani occorre far capire in che modo padroneggiare il problema, insegnando loro i principi della matematica probabilistica –  conclude l’esperto di FeDerSerD –. E’ necessario spiegare quali sono le logiche del  ragionamento che portano a una scelta di azzardo invece che a perseguire un obiettivo realistico con impegno e tenacia”.



Articolo di Ruggiero Corcella tratto dal Corriere Della Sera del 8 marzo 2015.

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