A
quasi venti anni dalla loro morte ci è stato chiesto: “Chi sono per voi Paolo Borsellino
e Giovanni Falcone?”. Non è facile per noi rispondere a questa domanda. Non è
come con Michael Jackson che quando è morto per un anno ci hanno riempito la
testa. Quando i due magistrati sono morti , noi non eravamo ancora nati, perciò
tutte le nostre conoscenze su di loro si basano su libri ed articoli di
giornale che abbiamo letto in questo periodo.
Per
noi è difficile capire dove hanno trovato tutto quel coraggio e quella generosità
per stare dalla parte delle vittime e farsi un nemico molto più grande di loro,
la mafia.
Dopo
l’incontro con Rita Borsellino, Paolo e Giovanni sono diventati esempi da
seguire e rispettare. Ce li immaginiamo come due uomini semplici, che prendono
un caffè prima di andare al lavoro, ma consapevoli del pericolo che corrono
anche solo andando a fare la spesa, e che trovano la felicità in piccole cose
quotidiane, per noi scontate: una serata al cinema, una cena con gli amici, una
nuotata in piscina.
Ci
piacerebbe conoscere due uomini così tenaci, capaci di mantenere e difendere i
propri ideali, anche in una società superficiale e materialista come la nostra.
Elisa
Scovazzi, Matteo Santise, Luciano Camilli e Giulia Gallo della classe 2 H
Scuola Media Peyron-Fermi di Torino.
Articolo
tratto dal quotidiano La Stampa di Torino del 13 maggio 2012.
Tutti e due "uccisi" per aver "salvato"...
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