Il giorno 16 marzo la classe 3 A ha partecipato ad un incontro
con la comunità “ Tingolo libera tutti “ della cooperativa “L’imprevisto” di
Pesaro. Si sono presentati un operatore, un responsabile e tre ragazze della
comunità. Il responsabile, dopo averci presentato le ragazze, ha lasciato loro
la parola, così da poterci spiegare personalmente le loro esperienze di vita e
i disagi che le hanno spinte a rifugiarsi nel mondo della droga.
La loro giovane età (16, 17, 18
anni), considerato che sono già in fase di recupero, mi ha portato ad una
riflessione: sono scappate dalla realtà trovando rifugio nella droga, quando
erano poco più che bambine, più o meno la mia attuale età.
Maria Elena, 18 anni, si è ritrovata ad affrontare
una situazione dolorosa in famiglia, soffrendo per la mancanza di affetto di un
padre sconosciuto e potendo contare solo sulla presenza della madre, con la
quale, per vari motivi, si trovava sempre in contrasto. Liti furibonde erano
all’ordine del giorno e la situazione diventava sempre più pesante. Abbandonata
la scuola, si trovò coinvolta in situazioni che di lì a poco non riuscì a
gestire.
Ilary, 17 anni, ha vissuto un
clima familiare spiacevole, assistendo al disaccordo dei genitori, poi sfociato
in una separazione. Questa situazione l’ha portata a chiudersi in se stessa ,
non riscendo ad esternare le proprie ansie. L’allontanamento del padre dalla
casa e dalla famiglia è stato il momento cruciale del suo sbandamento. Non
rispettava più le regole, dava gravi problemi in famiglia ed ha conosciuto persone, più grandi di lei, che approfittando
della sua fragilità, l’hanno trascinata nella strada sbagliata.
Kautar, il cui nome significa “Fiume
in paradiso”, 16 anni, figlia anch’essa di genitori separati, non riusciva a
star bene con se stessa in nessuna situazione. Ha creduto di poterlo fare
drogandosi e, per i primi tempi era veramente così. Poi si è resa conto di non aver trovato la serenità,
anzi era entrata in un circolo vizioso.
Fare uso di stupefacenti era diventata una routine.
Le storie delle ragazze le hanno
portate a conoscere la comunità di cui ora fanno parte e che, nel programma di
recupero, si avvale di persone qualificate e presto esse ritroveranno una vita
libera.
Post di Sara M. della classe 3 A.
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