Il
giorno 28 gennaio ci siamo recati in visita alla mostra fotografica “In
particolare…Auschwitz”, organizzata da Marco
Lani, un giovane che, l’anno scorso, è andato ad Auschwitz e ha fatto delle
foto.
Dalle
foto si possono comprendere tante cose, però, dalle sue parole, si capiva che
guardandole non avremmo mai la stessa cosa che ha provato Lui andando là, ad
Auschwitz, nel vero e proprio campo di concentramento.
Per
prima cosa abbiamo visto foto di stanze piene di capelli, scarpe, occhiali… che
a prima vista fanno pensare a cose inimmaginabili: tonnellate di capelli di
persone innocenti, che poi non erano tutti lì perché molti sono stati venduti.
I numeri sono quelli che fanno veramente paura … quando qualcuno ci dice
“Giornata della Memoria” ci vengono in mente subito gli ebrei deportati nei
campi, ma non pensiamo al numero delle persone: sono circa 6 milioni, un numero
che non si può nemmeno immaginare ma che fa la differenza.
Auschwitz
è il campo che conosciamo di più, che ci viene più raccontato, ma Birkenau è il
vero campo di stermino: era detto Auschwitz 2, ma era grande più del doppio di
Auschwitz. Birkenau poteva contenere oltre 100000 persone ed aveva 4 forni
crematori. In ogni campo c’era il “Blocco 11”, il cosiddetto “blocco della
morte”, perché tutti gli ebrei sapevano che andando lì sarebbero morti.
Una
foto che mi è molto piaciuta è quella che si trova all’entrata:” Arbeit macht
frei” tradotta “Il lavoro rende liberi”; ovviamente la scritta è in senso
ironico perché i nazisti , nei campi, facevano lavorare i detenuti duramente…