“Be
the change: unite for a better internet”: è lo slogan del Safer Internet Day
2017, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla
Commissione Europea che, giunta alla sua XIV edizione, si celebra quest’anno il 7 febbraio, in
contemporanea in oltre 100 nazioni di tutto ilo mondo.
Obiettivo
dell’evento: far riflettere le ragazze e i ragazzi non solo sull’uso
consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuna e
ciascuno nella realizzazione di internet come luogo positivo e sicuro.
In
concomitanza con il Safer Internet Day, quest’anno, si terrà la prima Giornata
nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola dal titolo “Un nodo
blu-le scuole unite contro il bullismo”. Le studentesse e gli studenti, gli
istituti scolastici e i partner che aderiscono all’iniziativa condivideranno e
rilanceranno attraverso i loro canali di comunicazione il “nodo blu”, simbolo
della lotta nazionale delle scuole italiane contro il bullismo.
Indagine
In
un’indagine sull’hate speech affidata da Generazioni Connesse a Scuola.ne e all’Università
degli Studi di Firenze sui ragazzi tra i 14 e i 18 anni, emerge che il 40%
degli intervistati dichiara di trascorrere on line più di 5 ore al giorno.
WhatsApp
si conferma il gigante degli scambi social tra gli adolescenti (80,7%), seguito
da Facebook (76,8%) e Instagram (62,1%).
Per
quanto riguarda il controllo della veridicità delle notizie on line, il 14%
degli intervistati dichiara di non controllare mai se una notizia sia vera o
falsa, un comportamento- mette in evidenza la ricerca-che rende i ragazzi “facilmente
preda di titoli sensazionalistici e bufale che possono fomentare reazioni poco ragionate
e forse guidate da sentimenti di rabbia e di odio”.
Altro
dato da evidenziare è l’11% di ragazze e ragazzi che dichiara di approvare
insulti rivolti a personaggi famosi in virtù di una generica “libertà di
esprimere ciò che pensa”. Tant’è vero che al 13% degli intervistati è capitato
di insultare un personaggio famoso on line.
Frequenti
pure i commenti pesanti rivolti ai coetanei, dove si conferma l’effetto di
disibinizione dello “schermo”: gli studenti finiscono per lasciarsi andare,
protetti dal filtro del telefonino, e si comportano in maniera molto più
disinibita rispetto a quello che farebbero se fossero di fronte all’altra
persona.
Valentina Santarpia
Dal Corriere della Sera del 4 febbraio
2017