Probabilmente
la “buona scuola” è tale se passa anche da piccoli gesti quotidiani
d’accoglienza e solidarietà. Accade a Pesaro: ci troviamo nella primaria
Olivieri, dove stamani-proprio com’è accaduto in altri istituti-gli studenti
hanno fatto rientro nelle loro aule. Ma quei muri non erano gli stessi che
avevano lasciato (e salutato) con l’arrivo dell’estate.
Gli spazi interni
della scuola sono stati infatti ritinteggiati. Un’operazione che Ha visto coinvolti non solo
genitori e insegnanti, ma anche giovani profughi del mali e del Gambia
che,grazie alla cooperativa Gulliver,s’impegnano in attività di volontariato e
contribuiscono alla manutenzione del verde e del decoro urbano.
“Un esempio di civismo
e capacità di rimboccarsi le maniche”ha
commentato il sindaco Matteo Ricci. Ma soddisfatte sono anche l’ex preside
Margherita Mariani (“questo è un mix perfetto di volontariato e integrazione”)
e la nuova dirigente scolastica Anna Scimone, che in una lettera d’augurio di
inizio anno rivolta agli studenti, oltre a citare Madre Teresa di
Calcutta,scrive così:”La scuola -come io la penso- è quasi una quarta
dimensione dello spirito. Un tempo e uno spazio tenuto insieme dal sociale
sforzo di comunicare e dall’impegno morale di educare. Come spazio è un luogo
di incontro e di confronto dove ogni persona trova il modo di realizzarsi
pienamente come individuo”.
Quello
di Pesaro non è un caso isolato. A Varese, ad esempio, i profughi hanno
ridipinto l’asilo (recinzioni e parco giochi compresi). Mentre a Budrio, in
provincia di Bologna, stanno imbiancando le aule della scuola di musica. E la
lista continua.
Articolo di Gianluca Testa
pubblicato dal Corriere della Sera del 14 settembre 2015.