Accanto
agli interventi terapeutici, la carta vincente sul fronte del gioco d’azzardo
potrebbe essere la prevenzione. Secondo Maurizio Fea di FedereSerD, occorre
muoversi su tre versanti contemporaneamente: eccessiva offerta di gioco;
informazione selettiva per i giocatori e formazione nelle scuole. “Studi
condotti in Canada e Australia – spiega Fea – provano che oltre una certa
soglia di offerta le patologie crescono in funzione del numero di macchinette.
In Italia, l’offerta deve essere calmierata, non può continuare ad avere
l’espansione che ha avuto in questi ultimi 10 anni”. E purtroppo, come
ribadisce Maurizio Fiasco, sociologo della Consulta Nazionale Antiusura, il
decreto legislativo sull'azzardo in arrivo al Consiglio dei Ministri non sembra
andare in questa direzione: “La previsione di sostituire le slot machine degli
esercizi pubblici con i terminali Vlt farà aumentare la frequenza di gioco, con
un tasso di additività superiore”.
Il
secondo fronte su cui agire è l’informazione nei confronti dei giocatori, che
deve essere mirata e non generica. Un esempio? “I cartelli e messaggi sulla
probabilità di vincita e sui rischi del gioco da esporre nelle sale giochi,
introdotti dal decreto Balduzzi – dice Fea – hanno fatto triplicare la domanda
di aiuto sul nostro sito “giocaresponsabile.it” tra gennaio e marzo del 2013”.
Il
terzo livello è l’informazione nelle scuole. “Ai giovani occorre far capire in
che modo padroneggiare il problema, insegnando loro i principi della matematica
probabilistica – conclude l’esperto di
FeDerSerD –. E’ necessario spiegare quali sono le logiche del ragionamento che portano a una scelta di
azzardo invece che a perseguire un obiettivo realistico con impegno e tenacia”.
Articolo di Ruggiero
Corcella tratto dal Corriere Della Sera del 8 marzo 2015.
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