I
documenti normativi, le linee guida e le circolari del Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca,riguardo all’educazione alla
legalità, indicano quale miglior metodo l’esperienza sul campo cioè la pratica
e l’esempio in ogni momento della vita scolastica ed extrascolastica di quelli
che sono i principi dell’educazione alla legalità, primo fra tutti il rispetto
delle norme.
L’esempio
quotidiano dei docenti nell’esercizio dei diritti e dei doveri ed il reciproco
confronto con gli studenti, affinché anch’essi abbiano la possibilità di
esercitare i loro diritti e doveri, realizza l’educazione alla legalità.
Inoltre,
l’educazione alla legalità coinvolge oltreché i docenti anche i genitori (patto
di corresponsabilità) e le istituzioni esterne, si dimostra trasversale alle
discipline scolastiche, agli ambiti di vita degli studenti e delle persone in
generale.
Nel tempo l’educazione
alla legalità a scuola ha visto ampliarsi il suo campo d’azione applicando i
suoi principi nell’esplicazione dei diritti e dei doveri dei cittadini ad altri
ambiti quali ad esempio l’ambiente, la salute e non ultimo l’economia.
Quest’ultimo
è un ambito dove l’educazione alla legalità ha ragione di individuare e
favorire il rispetto dei diritti e dei doveri dei cittadini-risparmiatori e
dove la scuola deve intervenire nel suo ruolo educativo. La crisi economica in
corso ha contribuito a distruggere il valore della solidarietà contributiva
previsto anche dalla Costituzione nell’art. 53:”Tutti sono tenuti a concorrere
alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema
tributario è informato a criteri di progressività”.
Parte finale
dell’intervento”Educare alla legalità nei diritti e nei doveri di alunni e
docenti” di Roberta Cadenazzi pubblicato sulla rivista “Scuola e Didattica” n°10 del
giugno 2013 Editrice La Scuola Brescia.
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